Il dg Paolo Bedin ha parlato in conferenza stampa: “Vorremmo dividere la conferenza in quattro tematiche, due che tratto io, due che tratterà il presidente, io comincerò con un’analisi della stagione dal punto di vista sportivo e poi faremo un’analisi della stagione, delle altre aree. Poi il presidente vi informerà, come in parte abbiamo fatto con un comunicato stampa, degli esiti e delle decisioni degli organi sociali e parlerà anche un po’ della prospettiva in ottica futura.
Parto da una premessa, che è doverosa e che è quella che è l’esito della stagione, ovviamente, molto negativo dal punto di vista sportivo. Ci lascia un sentimento di delusione, un sentimento di rammarico e un sentimento di frustrazione. Un dolore, fisico e mentale, a quelli che amano il Vicenza e a maggior ragione a chi ci lavora al Lanerossi Vicenza. Le responsabilità sono da condividere evidentemente, sicuramente ci sono delle responsabilità della squadra, dei giocatori, degli allenatori, escluso ovviamente quello che ci ha raggiunto da poco, delle responsabilità dei direttori sportivi e soprattutto di chi ha la responsabilità di guidarla questa azienda, che è il direttore generale che vi sta parlando, che si assume dunque la responsabilità di una stagione evidentemente dal punto di vista sportivo, molto negativa. E ciascuno di quelli che ho nominato, sente il peso di questa responsabilità. Lo sento io in primis verso una proprietà che ha messo a disposizione della struttura tutti gli strumenti, soprattutto quest’anno, utili per il raggiungimento degli obiettivi e lo sente evidentemente nei confronti della città, del territorio e dei tifosi che anche quest’anno in maniera incredibile hanno dimostrato l’attaccamento verso i colori biancorossi. Questa è una premessa che può sembrare ovvia, ma che è bene fare, che faccio io che ho la responsabilità e il privilegio di guidare la società.
Facciamo un attimo un’analisi sportiva riannodando un po’ il filo. La stagione a giugno 2021 comincia dopo due campionati positivi, ovvero dopo una promozione in serie B ed una salvezza tranquilla con il consolidamento della categoria il primo anno, comincia nel segno della continuità, con un allenatore che c’ha portato lì e con il quale evidentemente c’è un legame che va oltre, visto che parliamo di Mimmo Di Carlo e di Vicenza, con un direttore sportivo e con un programma di mercato che si pone degli obiettivi che vengono raggiunti, perché la squadra viene costruita secondo gli obiettivi che vengono prefissati. E grazie a cosa? Grazie ad un budget che la proprietà ci mette a disposizione e grazie ad un mercato, se ricordate fatto anche abbastanza in anticipo, com’era nella volontà comune, che ci permette di raggiungere gli obiettivi. L’inizio del campionato lo conosciamo, le decisioni sofferte, umanamente e professionalmente di separarci da un allenatore e da un direttore sportivo che conoscete, l’arrivo quindi di un nuovo allenatore di nuovo direttore sportivo, la chiusura del girone di andata a sette punti, il peggior risultato, non solo in Italia, di un girone di andata.
Qui la società poteva fare due cose o abbandonarsi all’idea che la stagione ormai avesse preso una piega di un certo tipo, come fatto da altre società, o cercare di rimediare investendo. La proprietà ha messo a disposizione, come aveva fatto in estate, un budget aggiuntivo, un 30% ulteriore, come c’era stato un 30% ulteriore in agosto, se volete lo quantifichiamo in gennaio in oltre 2 milioni di euro così parliamo in numeri, per investire sul mercato. Viene fatta una campagna trasferimenti importante, parliamo di quasi 10 giocatori, con tutte le difficoltà del caso, che voi avete ben evidenziato nelle vostre cronache e cioè, purtroppo, la gran parte dei giocatori che ci dicono di no, perché venire a Vicenza con sette punti da ultimo in classifica, è la condizione che fa dire di no. Nonostante questo arrivano profili importanti e si costruisce una squadra per cercare di raggiungere l’obiettivo della salvezza. Nel girone di ritorno la squadra fa 27 punti, che vuol dire 10º posto in classifica nel girone di ritorno, recupera 12 punti sulla quint’ultima, ne prende 10 alla quart’ultima e poi con un cambio ulteriore di allenatore che si materializza e si concretizza per una coincidenza quasi straordinaria, raggiunge i playout. L’obiettivo dei playout a dicembre, era un miraggio quasi irraggiungibile. Poi i play out vanno come sappiamo. Questo per dire che sicuramente abbiamo una stagione molto negativa, ma va fatta una differenziazione, perché se abbiamo sei mesi da buttar via, gli altri sei non sono da buttare e sono da valutare in maniera oggettiva. Non cambia l’esito, e non cambia la delusione. Leggo spesso in questi giorni, che il progetto parte da zero, capisco anche la frase, però è una frase ingiusta e superficiale, perché a zero, nel 2018, c’era una società all’asta, c’era uno stadio che cadeva a pezzi, un settore giovanile che si era disperso, perché non c’era più una società, dal punto di vista organizzativo la società non parte da zero, oggi dentro a quegli uffici ci sono 25 persone che sono ricche di competenze e ricoprono aree aziendali che non erano coperte quattro anni fa, è una società che oggi potrebbe sostenere categorie ben superiori dal punto di vista gestionale, dal punto di vista amministrativo-finanziario. Dal punto di vista commerciale non parte da zero, ci sono 200 aziende vicentine partner e sponsor della società. Dal punto di vista del settore giovanile, questa non è una società che parte da zero, abbiamo 16 squadre, abbiamo 20 ragazzi nel giro delle nazionali, italiane e straniere; abbiamo un Under 16 che sta facendo la Final Four, abbiamo 57 società gemelle, abbiamo riacquisito un rapporto, quasi, monopolistico del territorio vicentino e sono relazioni costruttive, nelle quali c’è fiducia, ci sono contratti, c’è supporto tecnico e quindi questo è un valore, e quindi non si parte da zero, si parte da molto di più. Dal punto di vista infrastrutturale, questa società ha investito più di 1 milione di euro in questo stadio, ha un centro sportivo all’avanguardia, grazie a Renzo Rosso e ha anche un accordo con il Comune di Thiene per un altro Centro sportivo. Non si parte quindi da zero, come non si parte da zero su alcuni progetti speciali che abbiamo portato avanti. E questo in qualche maniera lo rivendico, perché lo so che è difficile perché c’è un core business dell’azienda che è la parte sportiva e poi il resto viene dopo, ma è doveroso valorizzare quello che c’è oltre la parte sportiva. Nel 2022, quando apriamo il giornale ogni giorno, troviamo notizie di fallimenti, di mancati iscrizioni, di default, di proprietà che scappano, di proprietà straniere che arrivano, questa parte non è secondaria nel bilancio e deve pesare tanto quanto la parte sportiva, perché la parte sportiva, ogni anno può mutare. Si vince, si perde, si retrocede, si ritorna dove bisogna essere, mentre la parte gestionale, la parte organizzativa, la parte di settore giovanile, la parte infrastrutturale, quella resta, quella dà la continuità aziendale, quella permette ad una città, ad un territorio, di poter dire che il Vicenza c’è e ci sarà. Tra l’altro in un recente passato questa frase non si poteva tanto sostenere. Quindi ci conosciamo da anni con tutti voi, anche forse da più di vent’anni con qualcuno e vi esorto a dare importanza, su quello che c’è dietro a un risultato di una stagione o di una partita, perché è quello che garantisce la continuità di una società di calcio, soprattutto negli anni recenti. E’ un momento di dolore, come ho detto, ma rimangono delle certezze, la certezza della proprietà, della famiglia Rosso, forse l’imprenditore più noto del nostro territorio e di altri 18 imprenditori che sono l’eccellenza economica di questo territorio, che stanno dimostrando non solo unicità, perché non c’è da nessun altra parte d’Italia, dove vi sono sempre più nomi stranieri e sempre meno nomi italiani come imprenditori ma hanno dimostrato anche coesione e unità, in queste settimane, quelle forse più difficili e questa è una certezza. Sono fallite oltre 170 società di calcio negli ultimi vent’anni, 10 di queste sono fallite due volte, dentro questo gruppo c’è anche il Vicenza, come sapete. Ci sono società di cui si parla in queste settimane, che non si sa se si scrivono, quindi noi partiamo da una certezza assoluta, che dev’essere valorizzata, le altre certezze sono la società organizzata, sono la tifoseria passionale, sono una città e delle istituzioni con cui abbiamo collaborazioni intense e costruttive. Quindi è un momento difficile, ma ci sono tutti i presupposti per ripartire e ripartire con gli stessi obiettivi per cui siamo partiti nel 2018.
Oltre due milioni di euro a gennaio? Confermo, nel mercato estivo vi era stato un 30% aggiuntivo rispetto alla stagione precedente e a gennaio un ulteriore 30%.
Piano quinquennale? Il programma confermo che nel 2018 era quinquennale. Sottolineo, da ex Direttore di Lega, che non ricordo una società che avesse un piano a medio-lungo termine così. Questa è una peculiarità che riguarda Vicenza e pochissimi altri imprenditori. Eppure erano previsti 2 anni di C e 2 anni sono stati, 3 anni di B erano e arriviamo al secondo anno con uno stop&go. Questa è una società abituata ad avere programmazione perché ci sono imprenditori che lo fanno in azienda. Perciò è assurdo che si lavori 12 mesi data, perché ne ho avuto la controprova di lavoro.
Convezione stadio? È un tema che si doveva affrontare in termini pluriennali. Ovviamente la prospettiva futura subisce tre elementi di variabilità: il primo sono stati i due anni di pandemia, il secondo è stato il risultato sportivo e il terzo è lo studio di fattibilità sullo stadio che come sapete è stato completato. L’impegno è quello di aprire un tavolo tecnico in Comune nei prossimi mesi per una convenzione pluriennale. Detto questo ci tengo a sottolineare che la società ha investito 1 milione e 200 mila euro in quattro anni nello stadio per la straordinaria e l’ordinaria manutenzione. Oltre 250.000€ in questa stagione, tutti comprovabili. Il Comune è a conoscenza di tutti i lavori fatti in un manufatto che denota tutti gli anni che ha e che necessita di interventi quasi settimanali, perché le licenze oggi non lasciano spazio a deroghe. C’è un rapporto proficuo, una società che continua a investire e c’è una proroga con l’impegno di farla diventare pluriennale.
Nucleo solido? La visione è quella di avere due caratteristiche: una forte valenza identitaria, quindi di proprietà, con persone animate da un elemento identitario come anima, cuore, attaccamento alla maglia, anche territorialità e poi gli investimenti sui giovani talenti visto il progetto di scouting e settore giovanile, che non avranno un euro in meno rispetto a quanto è stato pianificato e quindi sarà indipendentemente dalla categoria. Quindi identità assieme a giovani di talento da fare crescere e valorizzare”.
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